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Inno alla Vita 2/3, prova d’autore

Scultura monumento in bronzo a cera persa, Bondeno di Ferrara

Il progetto prevede la creazione dal calco di 9 esemplari di cui 3 prove d’autore. La prima prova d’autore è stata donata dall’Artista alla Parrocchia di Merlengo.

Quello qui esibito è l’esemplare 2/9 realizzato nel 2006 per un collezionista privato che l’ha installata nel parco della propria villa.

Oltre alla scultura l’artista ha ideato anche il basamento, tutto in acciaio corten. Esso richiama la professione del committente ed alcuni oggetti simbolici tra i quali: le croci cosmiche; il sole; la luna; i segni zodiacali della famiglia del committente; le cornucopie.

Attualmente devono essere realizzati gli ultimi sette esemplari tra i quali una prova d’autore, essi saranno creati solamente su commissione.

Ogni esemplare, essendo l’opera realizzata in 9 esemplari di cui tre prove d’autore è, secondo le convenzioni e gli usi del mercato dell’arte, da considerarsi un pezzo unico.

Nota critica

Nota critica

Chiave di lettura; dal basso verso l’alto.

Una maestosa colonna vegetale avvitata in un delicato movimento a spirale che richiama la chimica di base della vita, sorregge il corpo sensuale della fanciulla eterna.

Il corpo è magnificamente teso ed intento all’instancabile all’attamento. Quest’opera è un’imponente affermazione dell’essere, nella sua completezza.

Il volto della donna è rapito, sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e si accresca tenace, forte, aggressiva.

Infine, in pochi istantanei centimetri si sviluppa la fuga prospettica, il climax. Il capo della fanciulla contrasta con la solidità corporea. Esso fugge dalla vita terrena; conduce al termine estremo.

È qui una forma vitale deformata dalla compenetrazione astratta del pensiero, che ricerca la vita ultraterrena e lo smarrimento mistico. Il volto è teso, le ossa evidenti, le orbite vuote, il cranio allungato verso l’alto; quindi non più spinto dal basso ma assorbito verso l’alto.

C’è tuttavia qualcosa in più. In genere si può dire che ci sia tutto; ed in effetti è così. Quest’enorme colonna vegetale da cui emerge, con una potente spirale dinamica, il corpo sensuale della femmina intenta all’allattamento. Ecco, non è più una semplice ragazza che allatta il piccolo. È un significato vitale:
le radici, l’albero della vita, la spirale della vita, le forme sontuose e piene della donna che genera vita, i fianchi poderosi, il petto turgido; questi sono forti e inequivocabili richiami sessuali.

La sessualità è la chiave della vita, il piacere sessuale per l’umanità è la ricompensa della vita. La donna è al centro della sessualità. Non esiste simmetria tra uomo e donna. La donna è il significato della vita e per l’artista è l’unica speranza di riscatto.

Il figliolo in braccio alla madre è cresciuto, ha superato l’età per l’allattamento ma ancora dipende dal seno materno. Un tempo ignoranza, privazioni e miseria costringevano le mamme a prolungare l’allattamento.

Unica vera citazione simbolica della scultura, questa delicata testimonianza del passato ha anche un significato minaccioso; forse un’ossessione vitale:
lo sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e sia tenace, forte, aggressiva.

Infine osservate la fuga prospettica. Già è presente, in climax, nelle braccia e nelle mani: esse si fanno snelle, filiformi, astratte. Contrastano con la solidità corporea, vogliono sganciarsi dalla vita terrena. Il viso e il capo della donna conducono a termine questa “fuga”.

La figura non è qui più una forma vitale ma è deformata dalla compenetrazione astratta che vuole portare slancio alla ricerca della supposta vita ultraterrena o dello smarrimento mistico. Il volto assume aspetti estremi e la pelle è tesa e rende evidenti le ossa, le orbite appaiono già vuote, il cranio è allungato verso l’alto, come assorbito da una misteriosa forza d’attrazione, verso il cielo, l’ignoto, la risposta ultima:
Dio?

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    Inno alla Vita, 1/3 prova d’autore

    Scultura monumento in bronzo a cera persa, Merlengo di Ponzano Veneto

    Il progetto prevede la creazione dal calco di 9 esemplari di cui 3 prove d’autore. La prima prova d’autore è stata donata dall’artista alla Parrocchia di Merlengo.

    Questa grande scultura fu modellata in una forma di gesso dall’artista Maestro Mario Eremita nel Laboratorio di Merlengo di Ponzano Veneto nel 1992.

    Il Parroco Don Eraldo Modolo desiderava lasciare alla comunità pastorale, un’opera d’arte contemporanea significativa e preziosa che parlasse direttamente al cuore della gente. Egli quindi raccolse una colletta per garantire le spese vive dell’artista: il lavoro dei fonditori e l’acquisto dei materiali, Eremita non ricevette alcun compenso.

    La seconda prova d’autore venne acquisita nel 2006 da un collezionista di Ferrara che la volle sistemare nel parco della propria villa.

    Attualmente devono essere realizzati gli ultimi sette esemplari tra i quali una prova d’autore, essi saranno creati solamente su commissione.

    Ogni esemplare, essendo l’opera realizzata in 9 esemplari di cui tre prove d’autore è, secondo le convenzioni e gli usi del mercato dell’arte, da considerarsi un pezzo unico.

    nota critica

    Nota critica

    Chiave di lettura; dal basso verso l’alto.

    Una maestosa colonna vegetale avvitata in un delicato movimento a spirale che richiama la chimica di base della vita, sorregge il corpo sensuale della fanciulla eterna.

    Il corpo è magnificamente teso ed intento all’instancabile all’attamento. Quest’opera è un’imponente affermazione dell’essere, nella sua completezza.

    Il volto della donna è rapito, sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e si accresca tenace, forte, aggressiva.

    Infine, in pochi istantanei centimetri si sviluppa la fuga prospettica, il climax. Il capo della fanciulla contrasta con la solidità corporea. Esso fugge dalla vita terrena; conduce al termine estremo.

    È qui una forma vitale deformata dalla compenetrazione astratta del pensiero, che ricerca la vita ultraterrena e lo smarrimento mistico. Il volto è teso, le ossa evidenti, le orbite vuote, il cranio allungato verso l’alto; quindi non più spinto dal basso ma assorbito verso l’alto.

    Avere questa scultura in piazza, davanti alla Chiesa, dove ogni settimana si riuniscono i fedeli, è un modo per suggerire alle persone una visione diversa della donna, della madre, del mondo, della vita. Ognuno di noi ha visto questa scultura, qualcuno si pone delle domande, qualcuno si dà delle risposte. Eppure quest’opera rappresenta una semplice donna di fede che porta il figliolo al cospetto del Signore.

    C’è tuttavia qualcosa in più. In genere si può dire che ci sia tutto; ed in effetti è così. Quest’enorme colonna vegetale da cui emerge, con una potente spirale dinamica, il corpo sensuale della femmina intenta all’allattamento. Ecco, non è più una semplice ragazza che allatta il piccolo. È un significato vitale:
    le radici, l’albero della vita, la spirale della vita, le forme sontuose e piene della donna che genera vita, i fianchi poderosi, il petto turgido; questi sono forti e inequivocabili richiami sessuali.

    La sessualità è la chiave della vita, il piacere sessuale per l’umanità è la ricompensa della vita. La donna è al centro della sessualità. Non esiste simmetria tra uomo e donna. La donna è il significato della vita e per l’artista è l’unica speranza di riscatto.

    Il figliolo in braccio alla madre è cresciuto, ha superato l’età per l’allattamento ma ancora dipende dal seno materno. Un tempo ignoranza, privazioni e miseria costringevano le mamme a prolungare l’allattamento.

    Unica vera citazione simbolica della scultura, questa delicata testimonianza del passato ha anche un significato minaccioso; forse un’ossessione vitale:
    lo sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e sia tenace, forte, aggressiva.

    Infine osservate la fuga prospettica. Già è presente, in climax, nelle braccia e nelle mani: esse si fanno snelle, filiformi, astratte. Contrastano con la solidità corporea, vogliono sganciarsi dalla vita terrena. Il viso e il capo della donna conducono a termine questa “fuga”.

    La figura non è qui più una forma vitale ma è deformata dalla compenetrazione astratta che vuole portare slancio alla ricerca della supposta vita ultraterrena o dello smarrimento mistico. Il volto assume aspetti estremi e la pelle è tesa e rende evidenti le ossa, le orbite appaiono già vuote, il cranio è allungato verso l’alto, come assorbito da una misteriosa forza d’attrazione, verso il cielo, l’ignoto, la risposta ultima:
    Dio?

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      concept progetto monumento pensiero è azione di michelangelo eremita

      Pensiero è Azione

      concept-progetto di scultura monumento in acciaio corten di Michelangelo Eremita

      l’architetto artista Michelangelo Eremita ha sviluppato il tema “Pensiero è Azione” che, più di ogni altro, identifica e sintetizza il senso dell’umanità.

      Ha liberato completamente le sue potenzialità creative, ripensando ogni cosa in maniera rivoluzionaria ed originale ma sulla base di principi classici: il risultato è una “Struttura-Scultura Dinamica”.

      L’opera, nonostante la lavorazione che consente solamente la modellazione bidimensionale, grazie alla sovrapposizione di ben sette piani costruttivi, si sviluppa nelle tre dimensioni, acquisendo un potente effetto scenografico.

      L’uso di linee curve a tutto sesto rappresenta l’essenza del potere delle strutture portanti e conferisce solidità e snellezza all’impianto scenico, introducendo al contempo una variabile di complessità che risulta dai differenti punti di vista. Tale complessità gratifica l’osservatore ed apre la lettura dell’opera ai diversi significati che essa veicola.

      Nel suo prospetto laterale l’opera si suddivide nettamente nella parte simbolico-figurativa e nella parte simbolico-esplicativa. La prima è individuata dall’elemento umano figurativo che è a sua volta suddiviso in due sottoinsiemi.

      Il primo sottoinsieme simbolico-figurativo è rappresentato dal pensiero, tagliato in negativo, il secondo sottoinsieme è rappresentato dall’azione, tagliato in positivo.

      Il pensiero è il primo profilo antropomorfico, l’azione è il secondo profilo antropomorfico. Il primo è nudo, liscio e morbido, simboleggia la meditazione, la saggezza, il pensiero, il ragionamento; il secondo è aggressivo e richiama le forme dell’Elmo Acheo, simboleggia la forza, la dinamicità, la strategia, l’azione.

      Il sottoinsieme simbolico-esplicativo è la rappresentazione idealizzata del motore dell’azione: le ali.

      Esse sono state create distinte e sfondano la bidimensionalità. Le componenti strutturali delle ali interpretano la parte simbolico-esplicativa. Il simbolo del sottoinsieme simbolico-esplicativo è il “motore atto al volo” che si dispiega nelle tre dimensioni per guidare pensiero e azione.

      Questa geniale progettazione ha consentito di fondere in una snella e rapida sintesi l’idea di “tensione strutturale”, intesa nelle forme curve, tese e funzionali alla portanza, con quella di “tensione ideale” intesa nei tratti figurativi che simboleggiano il pensiero e l’azione; il punto di contatto è il “motore atto al volo” che unisce le due tensioni.

      I riferimenti alla cultura classica sono omaggio al principio del rispetto e della salvaguardia dei valori originari e formali dell’arte.

      Con il pensiero e la meditazione l’uomo controlla l’azione che altrimenti sarebbe brutale e insensata; quindi piega le forze della natura e le mette al suo servizio, creando strutture portanti essenziali ad imbrigliare e moltiplicare quella forza che deriva dall’ingegno. L’orgoglio e la fiducia dell’uomo in sé medesimo lo spingono ancora al perseguimento di nuovi e migliori risultati, solo se essi mantengono il rispetto per la propria storia e le proprie origini.

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        abbellimenti artistici di mario eremita hotel saint nicholas remich luxembourg

        Hotel Saint Nicholas, Remich Luxembourg

        abbellimenti artistici sulla facciata dell’Hotel Saint Nicholas a Remich in Lussemburgo.

        Nel 1994 l’artista Mario Eremita riceve l’incarico di decorare la parte esterna della facciata dell’Hotel Saint Nicholas di Remich in Lussemburgo. Il committente non ha idea di quello che vorrebbe realizzare ma desidera qualcosa che richiami la più importante attrazione locale: il fiume Mosella.

        Infatti è proprio la calma e la serenità del fiume che attira molti turisti dalla Germania e dalla Francia che vengono qui a passare qualche giorno nei week end e durante le ferie.

        Mario Eremita propone un bassorilievo sulla facciata dell’Hotel posizionato lungo una fascia che corre lungo tutto il fronte. La fascia non è molto alta, circa 60 centimetri e si estende per alcune decine di metri.

        Come potete ammirare nelle foto, il bassorilievo propone il tema figurativo dei fanciulli e delle fanciulle che suonano o sono intenti nella danza o nella pesca. Il titolo dell’opera è: “Allegorie Mosellane”.

        Il riferimento alla Mosella è quello della pesca, attività un tempo fondamentale per la vita delle popolazioni locali.

        La musica e la danza richiamano, che sono un tema prediletto dall’artista, richiamano l’ideale di armonia e di serenità propri di quei luoghi.

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          casa carlo goldoni abbellimenti artistici di Mario e Michelangelo Eremita

          Casa Carlo Goldoni, Venezia

          abbellimenti artistici di Mario e Michelangelo Eremita presso Casa Carlo Goldoni a Venezia.

          Restaurata nel 2010 Casa Carlo Goldoni è frutto della collaborazione dell’architetto e artista Michelangelo Eremita e dell’artista Mario Eremita.

          L’architetto Michelangelo Eremita, ha progettato questa preziosa abitazione ed ha anche realizzato personalmente alcuni elementi decorativi e di design.

          Egli ha ideato e costruito la cucina, rivestita con pannellature decorate con finiture in argento che riproducono il tema delle canne della laguna veneta; il tavolo del soggiorno, formato da un mosaico opus sectile di pregiate essenze di legno che riproduce il tema della laguna veneta.

          Ha disegnato ed assemblato le sedie e la grande panca in mogano ed acciaio, opere di particolare design.

          Infine ha disegnato e costruito il mosaico opus sectile in marmi pregiati ai piedi della scala, opera che rappresenta la fanciulla “Ester” e le due sculture in gesso che arricchiscono la camera da letto.

          L’artista Mario Eremita si è dedicato esclusivamente alla camera da letto, creando la testiera del letto dipinta con il tema dei fanciulli e la cornucopia e dipingendo gli sportelli del mobile con il tema delle quattro stagioni.

          Ingegno e cultura dell’arte e del design, hanno collaborato per realizzare questo pied-à-terre nel cuore di Venezia.

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            header casa marson abbellimenti artistici di mario eremita

            Casa Marson, Negrisia di Ponte di Piave

            Abbellimenti artistici sculture presso Casa Marson a Negrisia di Ponte di Piave ( Treviso ).

            Alto rilievo realizzato direttamente a parete con stucco plastico nel 1993. Le dimensioni complessive sono di circa metri 2,5 lineari per metri 1,5 verticali. I soggetti sono figurativi e dedicati alla musica ed alla cornucopia, simbolo dell’abbondanza.

            L’opera è stata trattata con una colorazione omogenea che ne esalta l’alto rilievo.

            La figura umana, nelle forme dei puttini e della fanciulla, è il soggetto preferito da Mario Eremita. L’umanità attraversa integralmente tutta l’immaginazione di questo artista: dalla grazia all’apocalisse.

            È solamente così che si può affrontare una lettura ed un’approfondimento del valore e del significato dell’arte di Eremita; osservandola ed accogliendola in tutta la sua articolazione e vastità.

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              abbellimenti artistici sculture presso casa de faveri treviso

              Casa De Faveri, Treviso

              Abbellimenti artistici, altorilievo di Mario Eremita presso Casa De Faveri a Treviso.

              Alto rilievo realizzato direttamente a parete con stucco plastico. Le dimensioni complessive sono di circa metri 5 lineari per metri 5 verticali. I soggetti sono figurativi e dedicati alla musica, in quanto il cliente è appassionato di quest’arte.

              In basso, verso l’ingresso della dimora è stata realizzata una cornucopia, simbolo di abbondanza e prosperità.

              L’opera è stata trattata con una colorazione omogenea che ne esalta l’alto rilievo.

              La figura umana, nelle forme dei puttini e della fanciulla, è il soggetto preferito da Mario Eremita. L’umanità attraversa integralmente tutta l’immaginazione di questo artista: dalla grazia all’apocalisse.

              È solamente così che si può affrontare una lettura ed un’approfondimento del valore e del significato dell’arte di Eremita; osservandola ed accogliendola in tutta la sua articolazione e vastità.

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                studio primo piano sculture dipinti murales di mario eremita

                Studio Primo Piano, Treviso

                Dipinti, sculture e bassorilievi per lo Studio Primo Piano di Treviso

                Il locale è stato interamente arricchito da inserti d’arte, opere di Mario Eremita e del figlio Michelangelo Eremita.

                Lo stesso nome del locale è stato interpretato ed inserito in una scultura in bronzo.

                Sono presenti: un bassorilievo in stucco plastico delle dimensioni di metri 2 di lunghezza e metri 1,2 di altezza con il tema dei musici e della cornucopia; dipinti su tavola dedicati a temi mitologici quali “la nascita di Venere”; “Venere”; “Apollo e Dafne”; “Endimione”; “Laguna Veneta”.

                Le opere ed i temi eseguiti sono frutto di una ricerca filologica che ha inteso associare alla cura del corpo i riferimenti culturali classici della bellezza estetica. La mitologia greca è stata prescelta per questi inserti. Le opere sono state realizzate tra il 1999 e il 2001.

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                  casa picta artista mario eremita merlengo di ponzano veneto murales sculture mosaici

                  Casa dell’artista Mario Eremita

                  La casa picta d’artista a Merlengo di Ponzano Veneto ( Treviso ).

                  L’artista Mario Eremita acquista l’immobile nel 1983.

                  Si tratta di una casa molto vecchia, probabilmente la parte centrale risale al 1200. È stata rimaneggiata nel tempo diventando infine parte della confinante Villa Veneta della Regina Cornaro di Cipro dove Giovan Battista Tiepolo eseguì i suoi magnifici affreschi tra i quali la famosa “Flora”, ora conservata al Museo “Bailo” di Treviso.

                  L’abitazione era in condizioni di completo abbandono ed Eremita intese realizzare un recupero che mantenesse intatte le strutture e le forometrie ma che consentisse di ripensare completamente gli interni affinché fossero adatti ad accogliere i propri inserti d’arte contemporanea.

                  All’interno Eremita ha liberato la propria immaginazione creando un ambiente personalizzato.

                  Sono stati eseguiti:

                  • dipinti murali con il tema delle stagioni e simboli apotropaici;
                  • bassorilievi a parete e a soffitto in stucco plastico con il tema dei musici, degli amorini, della frutta, delle figure femminili, delle amazzoni, del flamenco;
                  • bassorilievi a soffitto in cemento dipinto con il tema delle figure femminili danzanti;
                  • mosaico a pavimento tecnica “opus incertum” con l’uso di marmi e graniti di varia colorazione, con il tema marino dei polpi e della sirena;
                  • bassorilievi in stucco plastico per esterni con il tema degli amorini e dei musici.

                  Questa creazione è espressione libera dell’immaginazione dell’Artista che ha creato un ambiente espressione della propria arte. La vita vissuta all’interno di una casa d’artista non è paragonabile a quella vissuta in un’abitazione convenzionale.

                  L’abbellimento artistico dei locali offre una prospettiva dialettica molto stimolante e rende l’esperienza estetica parte naturale della quotidianità, consentendo l’arricchimento della mente, la riflessione e la contemplazione; esperienze ad alto valore aggiunto.

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                    Studio dell’artista Mario Eremita

                    sede storica dello studio d’arte a Paderno di Ponzano Veneto ( Treviso )

                    L’artista Mario Eremita acquisisce il proprio Studio d’Arte nel 1991 nella località di Paderno di Ponzano Veneto in provincia di Treviso. L’immobile, costituito da due sezioni, una torre di avvistamento medievale, le cui fondamenta risalgono approssimativamente al XIII secolo ed una dependance risalente al XVI secolo, versa in condizioni di grave degrado.

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                    struttura originaria

                    Dopo averne curato il progetto di ristrutturazione, affiancato dai figli Nicola e Michelangelo, decide di arricchirlo con molteplici inserti d’arte.

                    L’ingresso, costituito da un ampio arco con cancellata in ferro battuto, introduce un mosaico “opus incertum”, realizzato con diversi tipi di granito, ispirato al tema del mare, che rappresenta tre delfini e due giganteschi polpi. L’opera si estende per ben venticinque metri quadrati ed è suggestiva e monumentale.

                    Le pareti perimetrali invece accolgono:
                    un’opera in bassorilievo a stucco, che rappresenta ragazze intente a suonare vari strumenti musicali e bambini che giocano intitolata “l’Armonia”;
                    un dipinto murale intitolato “le Stagioni”, una ragazza che porta in grembo i frutti e i fiori delle Stagioni dell’anno.

                    Cosa particolare in questo Studio d’Artista sono le scale. Esse sono diventate sostegno a bassorilievi e dipinti: ovunque, lungo la salita, s’incontrano figure che danzano o che fanno musica.

                    Il soffitto dello Studio di Pittura è interamente eseguito in bassorilievo e rappresenta ragazze che danzano nel cielo.

                    studio artista mario eremita paderno di ponzano veneto, treviso, scultura, pittura, grafica, incisioni, toreutica, abbellimenti artistici, regali di relazione
                    bassorilievo danzatrice

                    La camera in cima alla torre è l’ultimo ambiente dello Studio d’Artista. Qui, lungo le pareti, sono eseguiti dipinti con una particolare tecnica che dà un effetto di plasticità e freschezza. Inserite in tre nicchie a forma d’arco, tre donne danzano nude.

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                    dipinto danzatrici

                    Nel 2001 lo Studio è stato ceduto all’artista fotografo Andrea Pancino. Egli, appassionato delle opere di Eremita, ha ripensato tutti i locali in funzione dei propri raffinatissimi gusti estetici, conservando e valorizzando ulteriormente l’arte del precedente proprietario.

                    Alcuni piccoli spostamenti ed un calibrato intervento di rimodulazione degli spazi ha dato alla luce un ambiente che eleva la qualità della vita, stimolando la riflessione, la contemplazione e il desiderio di circondarsi sempre di cose belle.

                    Questa struttura architettonica che, per la sua antichità e per le diverse destinazioni che ha avuto nel tempo, ha assunto forti caratteri di suggestione e di mistero, divenuta Studio d’Artista, ricevendo un’intensità espressiva unica, passata poi attraverso una nuova declinazione con l’intervento di un altro artista, più giovane e di differente sensibilità, è un monumento all’arte che rimane alla comunità di Ponzano Veneto.

                    Essa è una miscela di emozioni che si distribuiscono tra la storia ed il presente, tra la materia dell’arte, concreta e spirituale e il passato che fu concreto ma che ora giace, come ricordo.

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