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Monumenti concept, consumismo

Premessa

Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
“quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
“quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

Consumismo

Tema controverso è quello del consumismo. Una colonna di calcestruzzo nella quale sono inseriti elementi in bronzo che raccontano il disagio della società dei consumi, rappresentata dalla parte bassa; mentre nella parte alta dei bimbi incarnano la speranza nel futuro in cui loro stessi saranno portatori di sviluppo oltre che di progresso, e guarderanno con ironia quel passato sul quale rivolgeranno anche l’acqua, simbolo della rinascita della vita.

monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

Le opere degli artisti autentici si legano sempre alla comunità umana che li apprezza e li rende parte dei riferimenti della vita quotidiana. Quando le cose stanno così, si sono poste le basi per un confronto con la storia, con il tempo e con la possibilità di sviluppo sociale e culturale di una comunità.

monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita
monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

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    monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita sculture bassorilievi murales

    Monumenti concept, cavalli selvaggi

    Premessa

    Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

    La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

    Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

    Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

    Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

    L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

    L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

    Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

    Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
    “quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
    “quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

    È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

    L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

    Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

    Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

    Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

    L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

    Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

    In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

    Cavalli selvaggi

    Ecco il bozzetto per la scultura de “cavalli selvaggi”. Si tratta di una scultura in bronzo nella quale sono inseriti elementi in vetro di Murano. I cavalli sono sospesi in questa intelaiatura di bronzo e vetro che rappresenta a sua volta l’albero della vita.

    monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

    I cavalli trottano sulle fronde dell’albero della vita che paiono sembrare anche i flutti del mare. È un’idea di fortissimo dinamismo e di grande luminosità che crea un clima positivo, incoraggiante, stimolante, favorevole alla socialità alla convivialità ed all’ottimismo alla fiducia ad un’idea di progresso accompagnato dallo sviluppo.

    monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

    Le opere degli artisti autentici si legano sempre alla comunità umana che li apprezza e li rende parte dei riferimenti della vita quotidiana. Quando le cose stanno così, si sono poste le basi per un confronto con la storia, con il tempo e con la possibilità di sviluppo sociale e culturale di una comunità.

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      scultura monumento inno alla vita di mario eremita bronzo cera persa prova autore

      Inno alla Vita 2/3, prova d’autore

      Scultura monumento in bronzo a cera persa, Bondeno di Ferrara

      Il progetto prevede la creazione dal calco di 9 esemplari di cui 3 prove d’autore. La prima prova d’autore è stata donata dall’Artista alla Parrocchia di Merlengo.

      Quello qui esibito è l’esemplare 2/9 realizzato nel 2006 per un collezionista privato che l’ha installata nel parco della propria villa.

      Oltre alla scultura l’artista ha ideato anche il basamento, tutto in acciaio corten. Esso richiama la professione del committente ed alcuni oggetti simbolici tra i quali: le croci cosmiche; il sole; la luna; i segni zodiacali della famiglia del committente; le cornucopie.

      Attualmente devono essere realizzati gli ultimi sette esemplari tra i quali una prova d’autore, essi saranno creati solamente su commissione.

      Ogni esemplare, essendo l’opera realizzata in 9 esemplari di cui tre prove d’autore è, secondo le convenzioni e gli usi del mercato dell’arte, da considerarsi un pezzo unico.

      Nota critica

      Nota critica

      Chiave di lettura; dal basso verso l’alto.

      Una maestosa colonna vegetale avvitata in un delicato movimento a spirale che richiama la chimica di base della vita, sorregge il corpo sensuale della fanciulla eterna.

      Il corpo è magnificamente teso ed intento all’instancabile all’attamento. Quest’opera è un’imponente affermazione dell’essere, nella sua completezza.

      Il volto della donna è rapito, sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e si accresca tenace, forte, aggressiva.

      Infine, in pochi istantanei centimetri si sviluppa la fuga prospettica, il climax. Il capo della fanciulla contrasta con la solidità corporea. Esso fugge dalla vita terrena; conduce al termine estremo.

      È qui una forma vitale deformata dalla compenetrazione astratta del pensiero, che ricerca la vita ultraterrena e lo smarrimento mistico. Il volto è teso, le ossa evidenti, le orbite vuote, il cranio allungato verso l’alto; quindi non più spinto dal basso ma assorbito verso l’alto.

      C’è tuttavia qualcosa in più. In genere si può dire che ci sia tutto; ed in effetti è così. Quest’enorme colonna vegetale da cui emerge, con una potente spirale dinamica, il corpo sensuale della femmina intenta all’allattamento. Ecco, non è più una semplice ragazza che allatta il piccolo. È un significato vitale:
      le radici, l’albero della vita, la spirale della vita, le forme sontuose e piene della donna che genera vita, i fianchi poderosi, il petto turgido; questi sono forti e inequivocabili richiami sessuali.

      La sessualità è la chiave della vita, il piacere sessuale per l’umanità è la ricompensa della vita. La donna è al centro della sessualità. Non esiste simmetria tra uomo e donna. La donna è il significato della vita e per l’artista è l’unica speranza di riscatto.

      Il figliolo in braccio alla madre è cresciuto, ha superato l’età per l’allattamento ma ancora dipende dal seno materno. Un tempo ignoranza, privazioni e miseria costringevano le mamme a prolungare l’allattamento.

      Unica vera citazione simbolica della scultura, questa delicata testimonianza del passato ha anche un significato minaccioso; forse un’ossessione vitale:
      lo sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e sia tenace, forte, aggressiva.

      Infine osservate la fuga prospettica. Già è presente, in climax, nelle braccia e nelle mani: esse si fanno snelle, filiformi, astratte. Contrastano con la solidità corporea, vogliono sganciarsi dalla vita terrena. Il viso e il capo della donna conducono a termine questa “fuga”.

      La figura non è qui più una forma vitale ma è deformata dalla compenetrazione astratta che vuole portare slancio alla ricerca della supposta vita ultraterrena o dello smarrimento mistico. Il volto assume aspetti estremi e la pelle è tesa e rende evidenti le ossa, le orbite appaiono già vuote, il cranio è allungato verso l’alto, come assorbito da una misteriosa forza d’attrazione, verso il cielo, l’ignoto, la risposta ultima:
      Dio?

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        Inno alla Vita, 1/3 prova d’autore

        Scultura monumento in bronzo a cera persa, Merlengo di Ponzano Veneto

        Il progetto prevede la creazione dal calco di 9 esemplari di cui 3 prove d’autore. La prima prova d’autore è stata donata dall’artista alla Parrocchia di Merlengo.

        Questa grande scultura fu modellata in una forma di gesso dall’artista Maestro Mario Eremita nel Laboratorio di Merlengo di Ponzano Veneto nel 1992.

        Il Parroco Don Eraldo Modolo desiderava lasciare alla comunità pastorale, un’opera d’arte contemporanea significativa e preziosa che parlasse direttamente al cuore della gente. Egli quindi raccolse una colletta per garantire le spese vive dell’artista: il lavoro dei fonditori e l’acquisto dei materiali, Eremita non ricevette alcun compenso.

        La seconda prova d’autore venne acquisita nel 2006 da un collezionista di Ferrara che la volle sistemare nel parco della propria villa.

        Attualmente devono essere realizzati gli ultimi sette esemplari tra i quali una prova d’autore, essi saranno creati solamente su commissione.

        Ogni esemplare, essendo l’opera realizzata in 9 esemplari di cui tre prove d’autore è, secondo le convenzioni e gli usi del mercato dell’arte, da considerarsi un pezzo unico.

        nota critica

        Nota critica

        Chiave di lettura; dal basso verso l’alto.

        Una maestosa colonna vegetale avvitata in un delicato movimento a spirale che richiama la chimica di base della vita, sorregge il corpo sensuale della fanciulla eterna.

        Il corpo è magnificamente teso ed intento all’instancabile all’attamento. Quest’opera è un’imponente affermazione dell’essere, nella sua completezza.

        Il volto della donna è rapito, sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e si accresca tenace, forte, aggressiva.

        Infine, in pochi istantanei centimetri si sviluppa la fuga prospettica, il climax. Il capo della fanciulla contrasta con la solidità corporea. Esso fugge dalla vita terrena; conduce al termine estremo.

        È qui una forma vitale deformata dalla compenetrazione astratta del pensiero, che ricerca la vita ultraterrena e lo smarrimento mistico. Il volto è teso, le ossa evidenti, le orbite vuote, il cranio allungato verso l’alto; quindi non più spinto dal basso ma assorbito verso l’alto.

        Avere questa scultura in piazza, davanti alla Chiesa, dove ogni settimana si riuniscono i fedeli, è un modo per suggerire alle persone una visione diversa della donna, della madre, del mondo, della vita. Ognuno di noi ha visto questa scultura, qualcuno si pone delle domande, qualcuno si dà delle risposte. Eppure quest’opera rappresenta una semplice donna di fede che porta il figliolo al cospetto del Signore.

        C’è tuttavia qualcosa in più. In genere si può dire che ci sia tutto; ed in effetti è così. Quest’enorme colonna vegetale da cui emerge, con una potente spirale dinamica, il corpo sensuale della femmina intenta all’allattamento. Ecco, non è più una semplice ragazza che allatta il piccolo. È un significato vitale:
        le radici, l’albero della vita, la spirale della vita, le forme sontuose e piene della donna che genera vita, i fianchi poderosi, il petto turgido; questi sono forti e inequivocabili richiami sessuali.

        La sessualità è la chiave della vita, il piacere sessuale per l’umanità è la ricompensa della vita. La donna è al centro della sessualità. Non esiste simmetria tra uomo e donna. La donna è il significato della vita e per l’artista è l’unica speranza di riscatto.

        Il figliolo in braccio alla madre è cresciuto, ha superato l’età per l’allattamento ma ancora dipende dal seno materno. Un tempo ignoranza, privazioni e miseria costringevano le mamme a prolungare l’allattamento.

        Unica vera citazione simbolica della scultura, questa delicata testimonianza del passato ha anche un significato minaccioso; forse un’ossessione vitale:
        lo sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e sia tenace, forte, aggressiva.

        Infine osservate la fuga prospettica. Già è presente, in climax, nelle braccia e nelle mani: esse si fanno snelle, filiformi, astratte. Contrastano con la solidità corporea, vogliono sganciarsi dalla vita terrena. Il viso e il capo della donna conducono a termine questa “fuga”.

        La figura non è qui più una forma vitale ma è deformata dalla compenetrazione astratta che vuole portare slancio alla ricerca della supposta vita ultraterrena o dello smarrimento mistico. Il volto assume aspetti estremi e la pelle è tesa e rende evidenti le ossa, le orbite appaiono già vuote, il cranio è allungato verso l’alto, come assorbito da una misteriosa forza d’attrazione, verso il cielo, l’ignoto, la risposta ultima:
        Dio?

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          concept progetto monumento pensiero è azione di michelangelo eremita

          Pensiero è Azione

          concept-progetto di scultura monumento in acciaio corten di Michelangelo Eremita

          l’architetto artista Michelangelo Eremita ha sviluppato il tema “Pensiero è Azione” che, più di ogni altro, identifica e sintetizza il senso dell’umanità.

          Ha liberato completamente le sue potenzialità creative, ripensando ogni cosa in maniera rivoluzionaria ed originale ma sulla base di principi classici: il risultato è una “Struttura-Scultura Dinamica”.

          L’opera, nonostante la lavorazione che consente solamente la modellazione bidimensionale, grazie alla sovrapposizione di ben sette piani costruttivi, si sviluppa nelle tre dimensioni, acquisendo un potente effetto scenografico.

          L’uso di linee curve a tutto sesto rappresenta l’essenza del potere delle strutture portanti e conferisce solidità e snellezza all’impianto scenico, introducendo al contempo una variabile di complessità che risulta dai differenti punti di vista. Tale complessità gratifica l’osservatore ed apre la lettura dell’opera ai diversi significati che essa veicola.

          Nel suo prospetto laterale l’opera si suddivide nettamente nella parte simbolico-figurativa e nella parte simbolico-esplicativa. La prima è individuata dall’elemento umano figurativo che è a sua volta suddiviso in due sottoinsiemi.

          Il primo sottoinsieme simbolico-figurativo è rappresentato dal pensiero, tagliato in negativo, il secondo sottoinsieme è rappresentato dall’azione, tagliato in positivo.

          Il pensiero è il primo profilo antropomorfico, l’azione è il secondo profilo antropomorfico. Il primo è nudo, liscio e morbido, simboleggia la meditazione, la saggezza, il pensiero, il ragionamento; il secondo è aggressivo e richiama le forme dell’Elmo Acheo, simboleggia la forza, la dinamicità, la strategia, l’azione.

          Il sottoinsieme simbolico-esplicativo è la rappresentazione idealizzata del motore dell’azione: le ali.

          Esse sono state create distinte e sfondano la bidimensionalità. Le componenti strutturali delle ali interpretano la parte simbolico-esplicativa. Il simbolo del sottoinsieme simbolico-esplicativo è il “motore atto al volo” che si dispiega nelle tre dimensioni per guidare pensiero e azione.

          Questa geniale progettazione ha consentito di fondere in una snella e rapida sintesi l’idea di “tensione strutturale”, intesa nelle forme curve, tese e funzionali alla portanza, con quella di “tensione ideale” intesa nei tratti figurativi che simboleggiano il pensiero e l’azione; il punto di contatto è il “motore atto al volo” che unisce le due tensioni.

          I riferimenti alla cultura classica sono omaggio al principio del rispetto e della salvaguardia dei valori originari e formali dell’arte.

          Con il pensiero e la meditazione l’uomo controlla l’azione che altrimenti sarebbe brutale e insensata; quindi piega le forze della natura e le mette al suo servizio, creando strutture portanti essenziali ad imbrigliare e moltiplicare quella forza che deriva dall’ingegno. L’orgoglio e la fiducia dell’uomo in sé medesimo lo spingono ancora al perseguimento di nuovi e migliori risultati, solo se essi mantengono il rispetto per la propria storia e le proprie origini.

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            abbellimenti artistici di mario eremita hotel saint nicholas remich luxembourg

            Hotel Saint Nicholas, Remich Luxembourg

            abbellimenti artistici sulla facciata dell’Hotel Saint Nicholas a Remich in Lussemburgo.

            Nel 1994 l’artista Mario Eremita riceve l’incarico di decorare la parte esterna della facciata dell’Hotel Saint Nicholas di Remich in Lussemburgo. Il committente non ha idea di quello che vorrebbe realizzare ma desidera qualcosa che richiami la più importante attrazione locale: il fiume Mosella.

            Infatti è proprio la calma e la serenità del fiume che attira molti turisti dalla Germania e dalla Francia che vengono qui a passare qualche giorno nei week end e durante le ferie.

            Mario Eremita propone un bassorilievo sulla facciata dell’Hotel posizionato lungo una fascia che corre lungo tutto il fronte. La fascia non è molto alta, circa 60 centimetri e si estende per alcune decine di metri.

            Come potete ammirare nelle foto, il bassorilievo propone il tema figurativo dei fanciulli e delle fanciulle che suonano o sono intenti nella danza o nella pesca. Il titolo dell’opera è: “Allegorie Mosellane”.

            Il riferimento alla Mosella è quello della pesca, attività un tempo fondamentale per la vita delle popolazioni locali.

            La musica e la danza richiamano, che sono un tema prediletto dall’artista, richiamano l’ideale di armonia e di serenità propri di quei luoghi.

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              casa carlo goldoni abbellimenti artistici di Mario e Michelangelo Eremita

              Casa Carlo Goldoni, Venezia

              abbellimenti artistici di Mario e Michelangelo Eremita presso Casa Carlo Goldoni a Venezia.

              Restaurata nel 2010 Casa Carlo Goldoni è frutto della collaborazione dell’architetto e artista Michelangelo Eremita e dell’artista Mario Eremita.

              L’architetto Michelangelo Eremita, ha progettato questa preziosa abitazione ed ha anche realizzato personalmente alcuni elementi decorativi e di design.

              Egli ha ideato e costruito la cucina, rivestita con pannellature decorate con finiture in argento che riproducono il tema delle canne della laguna veneta; il tavolo del soggiorno, formato da un mosaico opus sectile di pregiate essenze di legno che riproduce il tema della laguna veneta.

              Ha disegnato ed assemblato le sedie e la grande panca in mogano ed acciaio, opere di particolare design.

              Infine ha disegnato e costruito il mosaico opus sectile in marmi pregiati ai piedi della scala, opera che rappresenta la fanciulla “Ester” e le due sculture in gesso che arricchiscono la camera da letto.

              L’artista Mario Eremita si è dedicato esclusivamente alla camera da letto, creando la testiera del letto dipinta con il tema dei fanciulli e la cornucopia e dipingendo gli sportelli del mobile con il tema delle quattro stagioni.

              Ingegno e cultura dell’arte e del design, hanno collaborato per realizzare questo pied-à-terre nel cuore di Venezia.

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                header casa marson abbellimenti artistici di mario eremita

                Casa Marson, Negrisia di Ponte di Piave

                Abbellimenti artistici sculture presso Casa Marson a Negrisia di Ponte di Piave ( Treviso ).

                Alto rilievo realizzato direttamente a parete con stucco plastico nel 1993. Le dimensioni complessive sono di circa metri 2,5 lineari per metri 1,5 verticali. I soggetti sono figurativi e dedicati alla musica ed alla cornucopia, simbolo dell’abbondanza.

                L’opera è stata trattata con una colorazione omogenea che ne esalta l’alto rilievo.

                La figura umana, nelle forme dei puttini e della fanciulla, è il soggetto preferito da Mario Eremita. L’umanità attraversa integralmente tutta l’immaginazione di questo artista: dalla grazia all’apocalisse.

                È solamente così che si può affrontare una lettura ed un’approfondimento del valore e del significato dell’arte di Eremita; osservandola ed accogliendola in tutta la sua articolazione e vastità.

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                  abbellimenti artistici sculture presso casa de faveri treviso

                  Casa De Faveri, Treviso

                  Abbellimenti artistici, altorilievo di Mario Eremita presso Casa De Faveri a Treviso.

                  Alto rilievo realizzato direttamente a parete con stucco plastico. Le dimensioni complessive sono di circa metri 5 lineari per metri 5 verticali. I soggetti sono figurativi e dedicati alla musica, in quanto il cliente è appassionato di quest’arte.

                  In basso, verso l’ingresso della dimora è stata realizzata una cornucopia, simbolo di abbondanza e prosperità.

                  L’opera è stata trattata con una colorazione omogenea che ne esalta l’alto rilievo.

                  La figura umana, nelle forme dei puttini e della fanciulla, è il soggetto preferito da Mario Eremita. L’umanità attraversa integralmente tutta l’immaginazione di questo artista: dalla grazia all’apocalisse.

                  È solamente così che si può affrontare una lettura ed un’approfondimento del valore e del significato dell’arte di Eremita; osservandola ed accogliendola in tutta la sua articolazione e vastità.

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                    studio primo piano sculture dipinti murales di mario eremita

                    Studio Primo Piano, Treviso

                    Dipinti, sculture e bassorilievi per lo Studio Primo Piano di Treviso

                    Il locale è stato interamente arricchito da inserti d’arte, opere di Mario Eremita e del figlio Michelangelo Eremita.

                    Lo stesso nome del locale è stato interpretato ed inserito in una scultura in bronzo.

                    Sono presenti: un bassorilievo in stucco plastico delle dimensioni di metri 2 di lunghezza e metri 1,2 di altezza con il tema dei musici e della cornucopia; dipinti su tavola dedicati a temi mitologici quali “la nascita di Venere”; “Venere”; “Apollo e Dafne”; “Endimione”; “Laguna Veneta”.

                    Le opere ed i temi eseguiti sono frutto di una ricerca filologica che ha inteso associare alla cura del corpo i riferimenti culturali classici della bellezza estetica. La mitologia greca è stata prescelta per questi inserti. Le opere sono state realizzate tra il 1999 e il 2001.

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